Dalla nostra posizione di agenti il principale cambiamento che abbiamo osservato negli ultimi anni nelle società di finanziamento ha un nome, e questo nome è Rating.
Una volta i progetti di business e il valore delle persone che li realizzavano avevano un peso maggiore nei processi di delibera, oggi invece i parametri che strutturano il Rating aziendale sono una condizione necessaria.
Si tratta di un meccanismo antipatico perché tende a premiare le aziende in salute e ad offrire meno credito a chi ne avrebbe più bisogno per rilanciarsi.
Ma come ogni altro concetto finanziario, quello del Rating, può essere controllato, gestito e volto al proprio interesse.
Le ragioni di questo cambio di prospettiva
A portare le banche e gli istituti di credito a fare sempre maggiore affidamento a Rating e indicatori di criticità è stata naturalmente la crisi scoppiata a partire da Lehman Brothers e che ha scoperchiato il vaso di pandora di tutto il sistema del credito a livello mondiale.
Se il percorso di accesso al credito è mutato non ne sono mutati però i protagonisti.
Dal nostro punto di vista il motore di tutto il sistema bancario siete sempre e comunque voi imprenditori che dovete essere tutelati, in collaborazione con i vostri commercialisti, attraverso un’informazione puntuale sulle richieste, in termini di rating, degli istituti di credito.
Il nostro ruolo di agenti deve essere appunto quello di tradurre le richieste delle società di finanziamento trasformando i problemi in soluzioni, investimenti e crescita.
Alla ricerca del valore aggiunto
Capire le ragioni di un esito negativo alla richiesta di finanziamento non è sempre chiaro ma grazie ad uno studio realizzato dalla Associazione Commercialisti (pubblicato sul Sole 24 Ore) è possibile avere un quadro dei parametri che definiscono le soglie di criticità per le diverse tipologie di impresa.
Più sotto potete trovare un dettaglio di questi parametri che se volessimo riassumere in un concetto questo sarebbe il Valore Aggiunto Previsto/Previsionale.
Dal punto di vista di un investitore è questo il parametro che riassume la stabilità nel tempo dell’azienda.
Sapere con precisione cosa accadrà nel futuro non è possibile in senso assoluto ma con un controllo preciso di alcuni parametri aziendali è possibile basare il lavoro aziendale e gli investimenti su certezze più solide.
Una volta, quando i margini erano maggiori, le aziende si potevano permettere di fidarsi delle sensazioni; il dubbio che il lavoro profuso potesse portare ad un valore negativo nei flussi di cassa non esisteva.
Oggi purtroppo è diverso: basare la propria attività su valori oggettivi è indispensabile per avere il pieno controllo e fornire alle società di finanziamento una previsione a priori dei risultati del business.
Cosa fare se l’azienda ha un rating negativo
Nel caso la vostra azienda non riesca ad ottenere dei finanziamenti a causa di un rating negativo non significa che in futuro non potrà ripresentare una nuova richiesta di credito.
Per riuscirci però è necessario definire degli obbiettivi di bilancio per trasformare i parametri negativi in positivi e dimostrare di avere un pieno controllo sul valore aggiunto che si è in grado di produrre.
Quali sono gli indicatori di rischio
Oneri finanziari / Ricavi: il rapporto tra interessi finanziari e fatturato permette di capire quanto un’azienda sia sostenuta da finanziamenti in rapporto ai ricavi generati. Maggiore è il volume dei finanziamenti che la sostengono maggiori saranno le uscite per saldarne le rate. (https://dizionarioeconomico.com/oneri-finanziari-su-fatturato).
Patrimonio netto / Debiti totali: più alto è il rapporto di indebitamento più un’impresa viene considerata rischiosa rendendo il costo del credito maggiore e il percorso per accedervi più articolato.
Attività a breve / Passività a breve: definito come capitale circolante netto permette di valutare la stabilità finanziaria dell’impresa a breve termine.
Cash flow / Attivo: il cash flow (detta anche cassa) è uno dei parametri più importanti di ogni azienda (esiste anche un detto in merito “Il fatturato è pura vanità, l’Utile d’esercizio è ragionevolezza, La cassa è realtà”). La definizione di cash flow è l’ammontare delle risorse finanziarie nette prodotte dall’impresa in un anno, come differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite generate. Se l’attivo (utile d’esercizio) e il cash flow coincidessero l’azienda vivrebbe la condizione ideale di assenza di dilazioni e insoluti. Strumenti come l’assicurazione del credito consentono di ridurre questo rapporto.
Indebitamento Previdenziale e Tributario / Attivo: subito dopo la crisi economica diverse aziende hanno dilazionato il pagamento dei tributi per avere maggiore liquidità. Quanto minore sarà il rapporto tanto maggiore sarà la solidità dell’azienda.
Come variano gli indicatori di rischio nelle diverse tipologie di imprese (inserire immagine o tabella ufficiale, in alternativa spiegare a grandi linee le differenze tra le tipologie di impresa)
Trovare le soluzioni in tempi brevi richiede esperienza del mondo bancario.
Trovare delle soluzioni per ottenere i finanziamenti necessari per la crescita delle aziende richiede sempre una maggior conoscenza del mondo bancario.
Individuare gli strumenti giusti per trasformare un valore critico in tempi brevi è l’obbiettivo che noi di For Group ci poniamo mediando la presentazione delle vostre richieste con le banche.
Siamo sempre a vostra disposizione per una visita nella vostra azienda con voi e i vostri commercialisti per trovare le soluzioni per volgere le rigidità del rating a vostro vantaggio.
Fonti e link utili